Una nevosa giornata d’inverno mi accompagna verso la casa di Lucia.
Da sempre, alle riunioni del comitato, sento pronunciare questo nome; finalmente è arrivato il momento di conoscere questo incredibile personaggio e la sua storia che è diventata parte di tutti noi.
Una delle grandi iniziative di Langer é stata la creazione del “Comitato di sostegno alle forze e iniziative di pace nella ex Jugoslavia”.
Siamo nel gennaio 1992.
Alla richiesta di aiuto rivolto dalle donne di Belgrado ai pacifisti italiani, prima che esplodesse il conflitto, Langer risponde : “Cara Stasa, eccoci. Stiamo costruendo (a partire da una prima riunione che si svolgerà lunedì 27 gennaio 1992 alla casa della nonviolenza a Verona) un “comitato di sostegno alle forze e iniziative di pace in Jugoslavia”. Abbiamo capito il tuo appello, Stasa, e ci attrezziamo per rispondere con tenacia e pazienza, sapendo di avere davanti tempi lunghi e duri”.
Questo comitato nazionale, la cui denominazione, lunga e ingombrante, indica bene il programma di lavoro, mette insieme, in quell’inizio del 1992, ben 15 associazioni nazionali (dalle Acli al Mir, dai Beati all’Arci, dagli Obiettori all’Associazione per la pace) che finalmente si rendono conto di poter contare di più, unendo le forze, confrontando intelligenze, trovando una linea comune, per impegnare i Governi a riportare la pace.
Con Lucia ci soffermiamo soprattutto sui comitati nati nel nostro territorio, quelli a cui siamo più legati:
“Il Comitato di sostegno alle forze e iniziative di pace Alto padovano nasce a Piazzola, il 21 maggio 1992.
La guerra è divampata in Bosnia, migliaia di profughi premono alle frontiere; il Governo italiano si muove per affrontare questa tragica emergenza.
La Ministro MargheritaBoniver invia un fax a Caritas, Croce Rossa, Sindacati, Enti Locali ed a Verona, nella sede nazionale del Comitato di sostegno: dà tre giorni per “indicare il numero dei profughi” che le associazioni di volontariato sono in grado di ospitare ed in quali strutture. Ricevo il fax a casa mia alle 16.15 e mi prende il panico: io, su invito di Langer, partecipavo solo a titolo personale al Comitato nazionale di sostegno, quando si riuniva a Verona. Mi consulto con alcuni pacifisti e concordiamo di ritrovarci per affrontare il problema la sera stessa. E quella sera si sono annullate tutte le riunioni in programma nel patronato e nel Comune di Piazzola, grazie anche a don Gigi Tellatin, per confluire insieme e decidere cosa fare per dare una risposta all’emergenza profughi. Ci si trova numerosi, rappresentanti di associazioni laiche e cattoliche, Caritas di Piazzola compresa, con i “battitori liberi”, nuovi e vecchi compagni di strada.
Decidiamo di costituirci in comitato di sostegno Alto padovano.
E’ stato bellissimo sentire che si poteva lavorare insieme nel nostro territorio perché così già si faceva a livello nazionale.
Chiedevamo posti letto e strutture di accoglienza con l’attivazione in ogni Comune di un “Comitato di solidarietà”.
Una risposta esemplare, grazie a Bruno Trento già Sindaco, ci è venuta da Campo San Martino. Tempo 24 ore, è stato convocato d’urgenza un consiglio comunale aperto a tutte le associazioni di volontariato, sportive e culturali, umanitarie ed ambientaliste, alle scuole, ed alle parrocchie con il risultato che allo scadere dei tre giorni sui 50 posti letto reperiti nell’alto padovano ben 30, protetti e ben organizzati, erano disponibili in Campo San Martino.
Poi i profughi non sono arrivati, anche se la tragedia incomprensibile non sembrava avere più fine.”
Lucia specifica un aspetto molto importante:
“La strategia dei comitati comunali di solidarietà, coordinati a livello provinciale, per costruire veri gemellaggi tra i nostri Comuni ed altrettante Municipalità, in tutte le Repubbliche della ex Jugoslavia non solo in Bosnia Erzegovina, si rivelava praticabile e molto efficace.
Dopo l’adozione del Cantone di Tuzla da parte della Regione Veneto, al Tavolo di coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dopo la firma dell’accordo di cooperazione, siglato in forma solenne il 22 luglio1996 aVilla Beatrice, seguito dalle delibere di gemellaggio, trala Provinciadi Padova e Gracanica, tra il Comune di Cadoneghe con Miricina e S.Giorgio in Bosco con Skahovica, noi possiamo capire la valenza straordinaria dei Gemellaggi nella politica di pace, che vorremmo perseguire.”
Queste sono solo le fondamenta,gli albori, di quell’avventura così nobile e coraggiosa che poi è continuata nel tempo. Una storia che nasce da un bisogno di aiuto che nessuno dovrebbe mai negare e che oggi ancora continua, perchè il bisogno d’aiuto è ancora grande e la nostra forza nel sentirlo ci accompagna giorno dopo giorno.